GLI ULTRA TRAIL! FREDERIC BORRELLI E LA QUALIFICAZIONE ALLA CCC
(Courmayeur, Champex, Chamonix) 101 km + 6.990 m
Cominciamo dall’inizio. Da qualche settimana è stata aperta la pagina Facebook di IronMario. Ricevo un messaggio da un ragazzo che mi fa i complimenti per la pagina e scopro, facendo una veloce chiacchierata via messaggi, che oltre alla passione per il Triathlon abbiamo in comune molte conoscenze e viviamo entrambi a Milano. Così, su due piedi, guidato come al solito dall’istinto, lo invito a bere un caffè in ufficio: incontro e conosco Frederic Borrelli, Triatleta e presidente di Tritaly.
Frederic è un ragazzo diretto e simpatico, la chiacchierata scorre via velocissima con moltissimi punti in comune: la famiglia, i figli, il triathlon e la passione per lo sport.
Ci salutiamo e Frederic mi chiede quando e dove corro abitualmente e subito scatta il “puntello”. Ore 6:30 del giovedì seguente, ci ritroviamo e cominciamo a correre. Noto subito che ha un bel passo e siccome, come dire, non gli mancano le parole :D, mi racconta che la domenica prima aveva fatto un lungo perché sta preparando una gara. Il lungo in questione era un 40 km con + 2.200 m di dislivello. Incuriosito non ho potuto fare a meno di fargli qualche domanda.
Frederic, caspita, cosa stai preparando?
Sto preparando la CCC, una gara di Ultra Trail, alla quale si accede solo mediante qualificazione. Ci sono delle gare del circuito UTMB (Ultra Trail Monte Bianco), alle quali si deve partecipare per ottenere un certo punteggio e una volta raggiunto il punteggio ci sarà un sorteggio.
Quest’anno sono stati sorteggiati 1.200 su 14.000 partecipanti ed io sono fra questi.
Aspetta, cosa cosa? Cos’è il CCC?
Il CCC è una gara di 101 km con più di 6.000 m di dislivello che tocca tre nazioni: Italia, Svizzera e Francia. Si parte da Courmayeur, Champex e Chamonix.
Raccontami come sei arrivato all’Ultra Trail dal Triathlon?
Ho iniziato nel Triathlon con la sola idea di partecipare all’IRONMAN. Come sono arrivato all’Ultra Trail? Cercavo qualcosa di più avventuroso. Mi spiego nel Triathlon sei da solo, ma sei fra tanta gente, tifosi o partecipanti; io cercavo qualcosa che potesse farmi misurare con me stesso. Negli Ultra Trail corri di notte e sei in semi autonomia. Devi portarti uno zaino con il necessario (alimentazione, indumenti antipioggia obbligatori, kit pronto soccorso, lampada frontale e racchette). I ristori sono pochi e molto distanti uno dall’altro, quindi, è fondamentale avere il necessario dietro.
Già che ci sei, raccontami come nasce la passione per il Triathlon.
Non è stata una passione, correvo già, avevo una mezza idea di gareggiare, ma mio fratello mi iscrisse ad un IRONMAN 70.3 a mia insaputa. Ho ricevuto la mail dal circuito IM a fine novembre e la gara si svolgeva a giugno a Rapperswil in Svizzera. Quindi mi sono comprato la bici e ho iniziato a nuotare.
Com’è andata la tua prima gara?
Mi sono divertito come un matto, non avevo esperienza, nella prima frazione di nuoto ho nuotato a dorso, a rana e a stile, quasi tutti li ho fatti. Una volta fuori dall’acqua mi sentivo un “dio”. In bici mi sono divertito, ma per me era veramente una cosa nuova, non ero preparato. Per fortuna l’ultima frazione era quella a me più familiare. Non ti racconto delle transizioni, perché ci sarebbe da ridere.
Da dove nasce l’esigenza di fondare una tua squadra?
Avevo notato che le squadre in genere, davano molte più attenzioni agli atleti Elite e ai giovani, trascurando il cuore pulsante di ogni squadra, gli Age Group, quindi ho deciso insieme ad altri amici di intraprendere questo viaggio. Sono molto soddisfatto perché non abbiamo creato solo una squadra, ma oggi Tritaly è una famiglia unita e gruppo molto compatto, ognuno con i propri tempi e le proprie sfide, ma tutti sotto la stessa bandiera. La nostra squadra ha come focus l’attenzione esclusiva sugli Age Group. Abbiamo scelto con scrupolo e cura le nostre divise pretendendo il meglio del made in Italy. Tutti i vantaggi che gli sponsor ci danno sono dedicati agli Age Group.
Raccontami le emozioni che vivi durante una gara di Triathlon e quelle che vivi in un Ultra Trail
Non ti nascondo che il mio primo amore è il Triathlon, quindi ha un posto speciale nel mio cuore, però la mia natura mi porta ad avere grandissime emozioni anche nei Trail. Il Triathlon e i Trail sono agli estremi opposti: nel primo sei in corsa contro il tempo, nel secondo anche se cammini non ti senti in colpa. Nel Triathlon gareggi da solo, ma sei in mezzo a tanta gente, negli Ultra Trail sei da solo per moltissime ore ed hai modo di fare un viaggio introspettivo all’interno del viaggio. Hai tanto tempo per pensare.
Che consigli daresti a chi vuole approcciarsi a questa disciplina e quale pubblico è più adatto?
I Trail sono indicati per chi ama la natura, chi si è stancato del cronometro, chi vuole rimanere a bocca aperta davanti a paesaggi stupendi e sentirsi libero di fermarsi a godersi il momento. Non sono la persona più adatta a dare consigli, perché sono molto istintivo, però secondo me prima di approcciarsi ai Trail bisogna avere già una buona base di corsa e affrontare la montagna con il dovuto rispetto, lo stesso rispetto con cui si affronta il mare. Non avere fretta e godersi il viaggio.
Che aspettative hai dal CCC?
Mi aspetto un super percorso! Bello dal punto di vista naturalistico e impegnativo dal punto di vista tecnico. Spero di mettere tutte le mie energie per godermi la gara e non subirla, che è anche un po’ il mio stile di vita. Spero di chiuderla in 22 ore.
Obiettivi per il 2018?
La Marathon des Sables, il mio secondo IRONMAN assieme al mio caro amico e socio Diego, naturalmente puntando al SUB10 come nel primo ed in fine fare crescere Tritaly, grazie anche al prezioso lavoro dei mie stretti collaboratori, Christian e Luca, senza i quali non saremmo così coesi, mantenendo questi standard, ma ampliando magari agli Elite.
Grazie Frederic per questo viaggio alla scoperta degli Ultra Trail e di Tritaly, non ti nego che un po’ di curiosità me l’hai fatta venire, forse un giorno proverò anche io a confrontarmi con la montagna.