Rieccomi a raccontarvi come procede la preparazione per la maratona di Londra!
Tutto sommato, le prime tre settimane di allenamento sono andate molto bene.
Il ritmo era abbordabile e giusta la cadenza di tre allenamenti a settimana. Mi aspettano settimane più impegnative a partire da febbraio quando gli allenamenti passeranno da tre a quattro volte a settimana.
Nonostante la tabella fosse amichevole e sia stata quasi totalmente rispettata, in queste prime settimane la fatica ed il sudore non sono mancati. E non è mancato nemmeno l’imprevisto: domenica è arrivato il primo intoppo.
Durante il “lungo”, l’allenamento che prevedeva 23 km totali, ho avuto un black-out che è durato quasi 5 km. Tra il 15mo e il 20mo km le gambe non rispondevano, non volevano girare e mantenere il passo previsto. Alla fine, solo l’orgoglio e la testa mi hanno permesso di centrare gli ultimi due chilometri previsti a 5:00, anzi di fare anche meglio, rispettivamente 4:38 e 4:19 e di raddrizzare in positivo una giornata no.
Sì, direte voi, ma li hai fatti comunque i 23 km e gli ultimi 2 km sei andato molto più forte. Certo, li ho fatti, ma non come previsto, ma ciò mi dà spunto per queste riflessioni positive:
- Se non ne avessi avuto davvero, non sarei riuscito né a concludere i 23 km, né a fare gli ultimi 2 km ad un ritmo così basso.
- Ho avuto una buona reazione e sono uscito da un problema durato 5 km.
- E’ stato un problema di concentrazione e motivazione, quindi ci lavorerò su per migliorare.
Devo anche dire che alzarsi al mattino alle 6 per allenarsi (per vari motivi riesco solo a quest’ora) in questo periodo dell’anno non è proprio semplice. Questo mi costringe ad allenarmi in solitaria, cosa che sicuramente mi tornerà utile nei momenti in cui dovrò contare solo sulle mie gambe e la mia testa, ma che sicuramente può portare a situazioni come quella appena descritta, accaduta domenica.
Condivido con voi il programma di allenamento previsto per le prossime due settimane.
Domenica ho imparato una cosa.