Ci eravamo lasciati con la promessa che avremmo approfondito la corretta posizione in sella nella bicicletta ” La bicicletta: Quanto contano le misure“. Siccome ho la passione per i dettagli, per farmi raccontare tutto, ma proprio tutto sull’argomento, sono andato a trovare un PRO-fessionista del settore. Dove il trattino in mezzo alla parola non è un errore. Ecco che sto per svelarvi la sorpresa che avevo in serbo per voi. Per scoprire i segreti sulla “messa in sella” dovevamo incontrare sicuramente un professionista, un Biomeccanico. Il nostro Biomeccanico è un anche un Triatleta PRO. Di chi sto parlando? Matteo Fontana. Per quanti si fossero appena avvicinati al triathlon ecco il suo Identikit:
Matteo Lavora nell’azienda Kuota Cycle nella sede di Villasanta (MB), ed è lì che ha il suo quartier generale. Per me entrare negli uffici Kuota è stato come portare un bambino a Disney World.
Matteo mi accoglie con un bel sorriso, è gentile, giovane e disponibile. Dopo i saluti di rito la sua attenzione va subito alla mia bici, una “Kuota Kharma” che io ho battezzato con il nome di “Beatrix”, prendendo libera ispirazione dal film Kill Bill e dalla splendida Uma Thurman, la guarda e mi dice: è un bella bici questa, ce l’ho avuta anche io. Sorrido sornione, incasso soddisfatto il complimento mentre vado a prepararmi. Dobbiamo iniziare il test. Il nostro PRO, con l’atteggiamento di chi sa bene quello che fa, sgancia la ruota posteriore e piazza Beatrix sui rulli. Iniziamo il test.
Matteo mi chiede di salire in sella e pedalare, dopo un po’ mi dice: ok fermati che mettiamo i sensori. Si avvicina, trova i punti e posiziona dei sensori su tutto il lato destro del mio corpo, punti che vanno dal metatarso del piede alla mano. I sensori sono collegati al suo computer e quando ricomincio a pedalare, sullo schermo davanti ai miei occhi, vedo un omino che si muove proprio come me. Una sorta di Motion Capture che si utilizza per realizzare i videogame.
Mentre Il nostro Biomeccanico controlla i parametri, io non perdo l’occasione di fare qualche domanda.
D: Perché è importante una corretta posizione in sella?
R: Una corretta posizione in sella è importante per prevenire i dolori derivanti dall’allenamento e durante la competizione. Inoltre, soprattutto nel triathlon, aiuta ad ottimizzare la performance durante la frazione successiva di corsa. Il posizionamento specifico per il triathlon è completamente differente rispetto a quello di un ciclista classico.
Intanto Matteo dopo aver valutato alcuni parametri al PC, mi chiede di scendere dalla bici e modifica sia l’altezza che la posizione della sella, alzandola e spostandola in avanti. Di conseguenza modifica anche l’inclinazione del manubrio.
Poi mi chiede di togliermi le scarpe e mi dice, dobbiamo arretrare la posizione degli attacchi che legano la scarpa ai pedali.
D: Che differenza c’è tra il posizionamento in sella per un ciclista classico e per un triatleta?
R: In linea di massima il triatleta ha una posizione più avanzata rispetto a quella classica. Questo vale anche se non si è dotati di una bici specifica da crono. Per fare un esempio concreto, ho appena spostato la posizione dell’attacco che lega la tua scarpa al pedale, perché nel triathlon è più arretrata, per consentire un minore reclutamento muscolare del polpaccio, così da preservalo per la frazione di corsa successiva. Ci sono triatleti che non finiscono le gare a causa dei crampi ai polpacci…
Finito il posizionamento della scarpa, passiamo alla rullata finale per valutare le mie sensazioni. Poi Matteo con uno strumento rileva le perfette geometrie della mia bici e si conclude il test.
D: Quanto è importante rivolgersi ad un professionista con conoscenze specifiche nel triathlon?
R: Il triathlon è uno sport complesso e le problematiche da prevenire per un triatleta sono molte di più rispetto a quelle di un ciclista tradizionale. Ad esempio, nel triathlon si pensa ad una posizione che consenta all’atleta di esprimere il massimo, in termini di prestazione, nel lungo periodo, quindi nell’endurance. Nel ciclismo tradizionale, invece, il modello di prestazione è differente: sono previsti molti cambi di ritmo, accelerazioni e scatti. Quindi è importante rivolgersi a chi conosce bene sia la materia che lo sport.
Il nostro test si è concluso. Percepisco subito una posizione molto più naturale in sella, che mi consentirà di preservare le gambe per la frazione di corsa.
Finito il test, ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere e qualche altra domanda, mentre Matteo ci invita a fare un giro per tutta l’azienda e a conoscere il responsabile della comunicazione, Pietro.
D: Raccontaci la tua settimana tipo
R: Lunedì: mattino, corsa con lavori brevi, ripetute; pomeriggio nuoto, 2 ore con una squadra agonistica. Se le sensazioni sono positive, dopo il nuoto corro
Martedì: mattino bici, pomeriggio nuoto e corsa
Mercoledì: mattino bici, pomeriggio corsa
Giovedì: mattino, corsa con lavori brevi, ripetute; pomeriggio nuoto, 2 ore con una squadra agonistica.
Venerdì: mattina bici, pomeriggio nuoto
Sabato: mattino corsa (lungo 20/30 km), pomeriggio nuoto “easy”
Domenica: bici in compagnia (lungo dai 120 km a 150 km)
D: Obiettivi per il 2016?
R: Andare a podio in un Ironman 70.3. Un Full Ironman a fine stagione, con obiettivo di finirlo. E’ probabile che scelga Mallorca in Spagna.
Mentre chiacchieriamo è’ impossibile girare per lo showroom e non rimanere a bocca aperta davanti alla Kalibur

D: Come ti alimenti?
R: Presto molta attenzione alla qualità di quello che mangio


D: Quali sono i tuoi riferimenti o le fonti di ispirazione?
R: Lance Armstrong è stato colui che mi ha fatto avvicinare al Triathlon. Non voglio giudicare quanto gli è accaduto. E’ evidente che il doping è sbagliato. Molti, però, una volta scoppiato il caso, sono saltati giù dal carro. Io continuo a trovare fonte di ispirazione nelle sue imprese.
D: Sogni nel cassetto?
R: Vincere un Ironman.
D: Tallone d’Achille?
R: Il nuoto. Ho imparato a nuotare solo 4 anni fa.
D: Un triatleta professionista come te ha spazio per altre passioni?
R: Tanta musica, mi piacciono i vestiti, ma la bici resta la mia grande passione.
D: Due pregi e due difetti?
R: Pregi: testardo e realista. Difetti: testardo ed esteta.

D: Qualche consiglio per noi?
R: Una delle cose che vorrei dire a tutti gli appassionati è questa: se non sei un professionista non ammazzarti di tabelle, pensa a divertirti. Trovati una squadra e dei compagni con cui condividere le fatiche.
D: Un ultimo consiglio per chi si avvicina al triathlon.
R: Gradualità, farsi seguire da un professionista, anche solo per i primi mesi.
Grazie Matteo, conoscerti è stato un piacere. Grazie per la disponibilità, per i consigli, per lo splendido giro in Kuota Cycle.
Ho la vaga impressione che di Kuota e delle loro splendide bici mi sentirete ancora parlare.
#staytuned
IronMario
Special thanks all’amico Alessandro Romiti, per le fantastiche foto, senza le quali non avrei potuto farvi vivere al meglio questo splendido viaggio
Una risposta a "La corretta posizione in sella nella bici da corsa e nel triathlon."